Le 4 P  – Marketing mix

Le 4 P del marketing mix rappresentano l’approccio più conosciuto e diffuso alla costruzione di una strategia di marketing.

Il modello delle 4 P è stato elaborato negli anni ’50 da Edmund Jerome McCarthy e pubblicato nel 1960 nel suo libro intitolato “Basic Marketing. A Managerial Approach”.

Secondo questo modello, il marketing mix è il risultato della combinazione di quattro leve decisionali di marketing, chiamate 4 P:

  • il prodotto (product)
  • il prezzo (price)
  • la distribuzione (placement)
  • la promozione (promotion)

Su di esse l’azienda costruisce la strategia di marketing per raggiungere i suoi obiettivi e incontrare i bisogni del consumatore.

 

Prodotto (Product)

Il prodotto è il bene fisico o il servizio che l’azienda propone sul mercato.

Poniamo l’attenzione su tre concetti:

  1. la gestione del prodotto deve tener conto del suo ciclo di vita.
    Ne consegue una modulazione delle attività di sostegno che siano coerenti con le fasi di lancio, crescita, maturità e declino. In altre parole, l’azienda deve stimolare con costanza la domanda del mercato e rispondere facendo leva sui suoi elementi distintivi;
  2. il prodotto non va inteso in sé, ma include le modalità in cui esso viene proposto sul mercato.
    Pensiamo al suo design, all’imballaggio, alla ricchezza della gamma, ai servizi post-vendita, alle modalità di garanzia. La somma di questi elementi genera il valore percepito dal cliente;
  3. è necessaria una coerenza fra il prodotto e il brand di appartenenza.
    Ad esempio, un’azienda che produce orologi di modico valore non sarà credibile se improvvisamente propone al mercato un orologio di lusso. Le attività di marketing di prodotto e del brand aziendale vanno sviluppate in una cornice unitaria.

Prezzo (Price)

Il prezzo rappresenta il valore di scambio, o corrispettivo, che il cliente è disposto a pagare per ottenere in cambio il prodotto o servizio.

Nell’area del prezzo rientrano anche le politiche commerciali, quali sconti, offerte, promozioni che incentivano all’acquisto, i termini di dilazione e i mezzi di pagamento.

Il prezzo è una componente fondamentale del marketing di prodotto: assieme al costo di produzione, determina il profitto derivante dalla vendita.

Come individuare il giusto prezzo?

Non ci sono formule matematiche, purtroppo.
Ci sono però fattori di cui è opportuno tenere conto:

  • il livello medio dei prezzi espressi dal mercato per il prodotto in questione;
  • la notorietà del brand che lo propone. Le aziende giovani, a parità di qualità e caratteristiche di prodotto, propongono prezzi inferiori per guadagnare la fiducia dei clienti;
  • le (eventuali) caratteristiche uniche del prodotto proposto.

In generale, sono tre le strategie di pricing più diffuse:

  • strategia neutrale, con la quale l’azienda mantiene i prezzi allo stesso livello di quelli dei propri competitors, facendo leva su altri fattori per aumentare i volumi (ad esempio, una caratteristica unica del prodotto). Questa strategia mira a preservare il valore complessivo del mercato;
  • strategia di penetrazione del mercato, utile nel caso in cui l’azienda voglia entrare in un mercato per lei nuovo. In tal caso i prezzi vengono mantenuti ad un livello più basso della media dei concorrenti, così da guadagnare velocemente clienti;
  • strategia di scrematura del mercato, usata nel caso in cui l’azienda voglia selezionare la sua clientela o fare spazio a un successivo inserimento di nuovi prodotti. In questo secondo caso, i prezzi sono mantenuti elevati nel breve periodo, per poi essere ridotti in occasione dell’estensione di gamma.

Distribuzione (Placement)

Per distribuzione si intende l’insieme dei luoghi e dei canali attraverso i quali domanda e offerta si incontrano.
La disponibilità del prodotto nei luoghi dove l’acquirente si aspetta di trovarlo è cruciale per sviluppare i ricavi.

Anche in questo caso, oltre ai luoghi tradizionali (negozi fisici) e virtuali (e-commerce), si accostano altri aspetti, quali:

  • l’assortimento sul punto vendita;
  • il trasporto (frequenza e modalità delle consegne)
  • la logistica (magazzini di approvvigionamento)
  • le scorte di prodotto;
  • le strategie di distribuzione (con o senza intermediari).

Riguardo quest’ultimo punto, il criterio della diffusione maggiore o minore del prodotto determina la classificazione seguente:

  • distribuzione intensiva: l’azienda cerca di diffondere il prodotto nel maggior numero di punti vendita possibile. E’ il caso di prodotti fungibili e di modico valore (pensiamo alle gomme da masticare);
  • distribuzione selettiva: l’azienda in questo caso seleziona i punti vendita dove vuole essere presente. I motivi possono essere tanti: la qualità dei rivenditori e la posizione strategica degli stessi ne sono due esempi;
  • distribuzione esclusiva: i prodotti sono distribuiti attraverso una rete di rivenditori legati all’azienda in base a una licenza (pensiamo alle reti in franchising o alle concessionarie di auto e moto).
  • distribuzione diretta: si parla anche di vendita diretta, nel caso in cui l’azienda non utilizzi intermediari ma operi con una forza vendita interna, con o senza punti vendita fisici. Celebre è il caso dell’aspirapolvere Folletto.

Promozione (Promotion)

La quarta variabile del marketing mix comprende le attività di comunicazione e promozione a supporto del prodotto o del servizio.

L’obiettivo è quello di aumentare il riconoscimento e il valore del prodotto (e del brand) agli occhi del cliente.

Rientrano in quest’area la pubblicità, le pubbliche relazioni, le recensioni e il passaparola dei clienti, la gestione delle critiche provenienti dal mercato (sì, avete letto bene) e le tecniche di coinvolgimento emotivo del cliente, come può considerarsi lo storytelling aziendale.

Lo sviluppo tecnologico ha fatto sì che i canali per fare promozione si siano moltiplicati.
E’ quindi opportuno, anche in questo caso, che la strategia di comunicazione sia coerente e aderente ai valori aziendali.
In una parola, sia autentica.

 

L’evoluzione del modello: dalle 4 P alle 7 P

La progressiva evoluzione dei mercati e l’uso delle tecnologie nella comunicazione hanno evidenziato dei limiti nell’originale modello delle 4 P.

L’attenzione verso il prodotto si è via via attenuata, a favore del fattore umano.
Le conseguenze hanno investito il processo di creazione del prodotto e, soprattutto, il rapporto fra azienda e cliente.

Ecco quindi che si sono aggiunte altre variabili al modello, tanto che oggi si parla oramai di modello delle 7 P.

 

Le nuove 7P del marketing mix

In particolare, sono state aggiunte le persone, i processi e l’evidenza fisica, ossia la percezione reale del prodotto.

Persone (People)

La quinta P mette in risalto la figura del cliente.

La messa a fuoco del target al quale rivolgersi deve investire l’intero processo di marketing. In altre parole, significa:

  • comprendere se quel target è profittevole per l’azienda;
  • capire se il prodotto è idoneo a soddisfare il target (caratteristiche, prezzo, ecc…);
  • decidere le azioni tattiche da adottare per conquistarlo.

L’elemento personale, tuttavia, non si esaurisce nel cliente.

Chiunque offra materialmente il prodotto, o il servizio, finisce per rappresentare il brand e la sua reputazione.
Pensiamo a tutti quei dipendenti che ricoprono una funzione a contatto con il pubblico: essi hanno bisogno di essere formati e motivati per trasferire al cliente il valore del prodotto.

Processo (Process)

Si fa riferimento ai processi organizzativi che incidono sulla fruizione del prodotto o servizio da parte del cliente.

Quanto più i processi sono chiari e organizzati, maggiore è la percezione di efficienza e di qualità all’esterno, per il cliente.

Pensiamo, ad esempio, all’assistenza post vendita.
La capacità di risolvere un problema del cliente in tempi brevi dà subito una percezione evidente di qualità.
Ciò è possibile solo se c’è attenzione sulle procedure di intervento e il personale a contatto con il cliente è formato e motivato.

Evidenza fisica (Physical Evidence)

E’ l’immagine che un consumatore si costruisce rispetto a un brand.
Nel marketing moderno si parla di brand awareness.

Oggi è molto facile cercare sul web recensioni e testimonianze di altre persone riguardo un prodotto.
Prima dell’acquisto, il consumatore cerca testimonianze di chi ha già toccato con mano quel prodotto ed è venuto a contatto con l’azienda che lo propone.
Questa fase permette la costruzione della fiducia, necessaria a compiere il successivo atto di acquisto.

Ecco che diventa importante, per il marketing, presidiare i canali attraverso i quali il consumatore cerca questa evidenza fisica. Tipicamente, parliamo di social network, blog, forum tematici, comparatori di prezzi.

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